Calcolo Imu 2023 e Scadenza prima rata:

13 Giu, 2023

La scadenza della prima rata dell’IMU nel 2023 è prevista per la metà di giugno, l’IMU o Imposta Municipale Unica, è un’imposta sugli immobili istituita dal Governo Monti.

A partire dal 1° gennaio dell’anno precedente, è necessario fare una dichiarazione IMU per selezionare un solo immobile come abitazione principale e quindi essere esenti dall’IMU,secondo la sentenza della Corte Costituzionale numero 209 del 13 ottobre 2022, l’abitazione principale è definita come un immobile iscritto o iscrivile nel catasto come unica unità immobiliare, in cui il possessore dimora abitualmente e risiede.

 Pertanto, coloro che possiedono più residenze, sia nello stesso comune che in comuni diversi, devono scegliere una di esse come abitazione principale per essere esenti dall’IMU e pagare IMU sulla seconda unità immobiliare.

In base alle informazioni fornite, gli obbligati a versare l’IMU entro la metà di giugno 2023 sono i possessori di case di lusso, anche se sono abitazioni principali, e i titolari di diritti reali di godimento su immobili diversi dalla prima casa di abitazione.

E’ comunque consigliato di verificare le leggi e le disposizioni specifiche del proprio comune di residenza per ottenere informazioni aggiornate e precise riguardo ai requisiti e alle scadenze relative all’IMU.

Chi è tenuto a pagare l’IMU sulla seconda casa nel 2023?

 L’IMU, cioè l’Imposta Municipale Unica, si applica alle abitazioni principali definite come case di lusso (con categoria catastale A/1, A/8 e A/9) e alle seconde case.

Dopo l’eliminazione della Tasi, una tassa sui servizi che veniva pagata insieme all’IMU, la maggior parte dei comuni ha aumentato l’aliquota dell’IMU per compensare la perdita di entrate derivante da tale tributo.

Sono obbligati a pagare l’IMU nel 2023 tutti i possessori di beni immobili in Italia, ad eccezione della casa di abitazione e delle pertinenze.

Questo include coloro che hanno un diritto reale di godimento, come la proprietà, l’usufrutto, l’uso, l’enfiteusi o la superficie. L’IMU deve essere pagata anche sulle abitazioni principali di lusso con categoria catastale A/1, A/8 e A/9.

L’IMU è dovuta anche nei seguenti casi:

  • Terreni identificati come aree fabbricabili, con il valore venale dell’area fabbricabile determinato dal Comune in cui si trova il terreno.
  • Persone che hanno in concessione un’area demaniale.
  • Proprietari di immobili concessi in comodato gratuito, con una base imponibile ridotta al 50%, a condizione che il contratto sia registrato presso l’Agenzia delle Entrate.
  • Proprietari di immobili concessi in leasing, inclusi quelli in fase di costruzione.
  • I locatari devono pagare l’IMU a partire dalla data di sottoscrizione del contratto e per tutta la sua durata.
  • Immobili con categoria commerciale.
  • Immobili non agibili al 50%.

Ci sono situazioni in cui non è necessario pagare l’IMU sulla seconda casa, le seguenti categorie sono esenti dall’IMU sugli immobili:

  • Proprietari di una sola abitazione e pertinenze (come box, cantina o garage) situata nelle vicinanze della casa principale. Se questa è identificata come abitazione principale e il proprietario risiede anagraficamente e dimora abitualmente, non è tenuto a pagare l’IMU.
  • Coniuge superstite o vedovo, erede della casa di abitazione principale. In questo caso, i figli del coniuge superstite non devono pagare l’IMU sulla loro quota.
  • Inquilini che non sono tenuti a pagare l’IMU.
  • Coniugi separati o divorzianti non residenti e proprietari di immobili assegnati al Tribunale all’ex coniuge.
  • Anziani ricoverati presso case di cura che eventualmente cambiano la residenza.
  • Fabbricati costruiti e destinati dalla società di costruzioni alla vendita, fintanto che mantengono questa destinazione e non sono locati.
  • Immobili destinati a spettacoli cinematografici, teatri e sale per concerti e spettacoli (categoria catastale D/3) solo se i proprietari stessi sono anche gestori delle attività.

Inoltre, sono previste agevolazioni particolari per gli immobili storici o inagibili e per le abitazioni concesse in comodato gratuito.

È inoltre prevista, solo per l’anno 2023, una riduzione del 50% dell’IMU per una singola unità immobiliare ad uso abitativo, non locata o data in comodato d’uso, di proprietà o usufrutto di soggetti non residenti in Italia ma titolari di una pensione maturata in regime di convenzione internazionale con l’Italia e residenti in uno Stato diverso dall’Italia.

Per calcolare l’IMU 2023, è necessario disporre della rendita catastale dell’immobile. Tale informazione può essere ottenuta attraverso l’atto di compravendita dell’immobile, una visura catastale che può essere richiesta in pochi click su TrovaVisure, o una dichiarazione di successione. Ad esempio, nella visura catastale sono presenti tutti i dati necessari per il calcolo dell’IMU:

  • Il Comune in cui si trova l’immobile.
  • I dati identificativi dell’immobile.
  • La categoria catastale (ad esempio A/4).
  • La rendita catastale (il valore rilevante per il calcolo dell’IMU).
  • Nella parte inferiore della visura sono indicati il proprietario dell’immobile e la quota di possesso.

I coefficienti catastali utilizzati per il calcolo dell’IMU 2023 variano in base alla categoria catastale e al tipo di immobile:

  • Coefficiente 160 per le categorie da A/1 a A/11 (esclusa A/10).
  • Coefficiente 80 per la categoria A/10.
  • Coefficiente 140 per le categorie da B1 a B8.
  • Coefficiente 55 per la categoria C/1.
  • Coefficiente 160 per le categorie C/2, C/6, C/7.
  • Coefficiente 140 per le categorie C/3, C/4, C/5.
  • Coefficiente 65 per le categorie da D/1 a D/10 (esclusa D/5).

Le aliquote per il calcolo dell’IMU 2023 possono essere consultate nelle delibere approvate dai vari Consigli Comunali, oppure sul sito web del Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

L’IMU 2023 prevede una scadenza per il pagamento della prima rata. Come negli anni precedenti, l’imposta può essere versata utilizzando il modello F24, che può essere compilato dal commercialista, dal Caf o direttamente dal contribuente. In alternativa, è possibile utilizzare programmi gratuiti disponibili su internet per compilare l’imposta IMU da pagare.

È fondamentale inserire correttamente i dati richiesti e versare la prima rata entro la seguente scadenza:

16 giugno 2023: per il primo acconto pari al 50% dell’imposta o per il pagamento dell’intera rata annuale in un’unica soluzione.

Il ravvedimento operoso per l’IMU è una procedura che consente ai contribuenti di regolarizzare il pagamento dell’imposta in caso di ritardo. La legge prevede che le imposte possano essere pagate in ritardo, ma con l’applicazione di interessi e sanzioni.

Il ravvedimento operoso è disciplinato dall’articolo 13 del Decreto Legislativo n. 472/97 e consente al contribuente di regolarizzare la propria posizione fiscale entro i seguenti termini:

  • Entro 14 giorni dal termine di scadenza originale, con l’applicazione di una sanzione dello 0,1% per ogni giorno di ritardo fino a un massimo del 1,4%, oltre agli interessi legali.
  • Dal 15° giorno fino al 30° giorno di ritardo, con l’applicazione di una sanzione del 1,5%, oltre agli interessi per ogni giorno di ritardo.
  • Dopo i 30 giorni e entro i 90 giorni di ritardo, con l’applicazione di una sanzione del 1,67%, oltre agli interessi per ogni giorno di ritardo.
  • Oltre i 90 giorni e entro un anno dalla scadenza originale, con l’applicazione di una sanzione fissa del 3,75%, oltre agli interessi.

È importante sottolineare che ogni Comune può stabilire nel proprio regolamento la possibilità di regolarizzare i pagamenti anche oltre i termini previsti dalla legge.

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